23-08-2023

Aspettando Pk

Diamo spazio ad una nuova digressione su un autore che ha avuto esperienza con Pk.

Sto pensando si usare questo spazio per parlare un po’ a braccio di quegli argomenti più o meno adiacenti al mondo Disney, che sento da un po’ di avere in canna, senza aver modo di metterli nero su bianco. L’altra volta ho detto qualche parola su Cesarello, autore che temevo di aver apprezzato solo io, vedendolo sparito per buoni tre lustri dal giornalino, ma ora che è tornato in corsa nei fumetti, vedo che la redazione sta riconoscendogli i suoi meriti, a giudicare dalle storie per le quali viene scelto, non ultima la recente “Gli Evaporati”, che è in corso di pubblicazione al momento della scrittura di queste righe. Un altro disegnatore che sento trascurato dal discorso generale sul fumetto Disney è Francesco Guerrini.

Una cosa che mi stupì molto quando mi avvicinai alle community online dedicate al fumetto Disney, era la generale repulsione riservata a Guerrini. Venivo da un’infanzia in cui avevo venerato ogni infrequente apparizione del disegnatore sulle pagine del settimanale e mi trovavo attorniato da giudizi sufficienti, se non rimostranze verso sue nuove storie, che non mi sapevo spiegare.

In effetti, se si vuole essere obiettivi, lo stile di Guerrini appare quantomeno singolare, nel panorama del fumetto Disney, sia oggi che ai tempi del suo esordio, tanto che appare complicato identificarne la genia, come spesso si è usi fare con i vari artisti impiegati sulle pagine di Topolino. Un tempo c’erano gli scarpiani, poi sono venuti i cavazzaniani, quindi i barbucciani e i frecceriani e nel mezzo alcune isole originali. Senza dimenticare i carpiani, che il vecchio GB allevò nella gloriosa Accademia Disney. Ecco, se si deve tornare agli anni formativi, anche per Guerrini si deve tornare a questo ultimo filone di artisti. Una corrente questa, però, che ha dato i natali ad autori che, poi, hanno sviluppato stili molto difformi gli uni dagli altri: Sciarrone, Celoni e Freccero sono da ascrivere a questo percorso e sono autori molto diversi e dalla personalità artistica immediatamente riconoscibile.

Cosa mi ha fatto risaltare Guerrini sul Topo:

  1. Stile non cavazzaniano
  2. Centrifuga di estrema originalità ed estremo rispetto del character design
  3. Proporzioni dei personaggi perfettamente fedeli al character design dell'animazione e sensibilmente più slanciate rispetto agli stili italiani
  4. Comparse slanciate: i paperi sono visibilmente più bassi, pur rispettando le loro proporzioni
  5. Comparse non paperi o canidi convenzionali. Molti più paperi. Paperi di diverse fogge ed etnie
  6. Continuity visiva interna (esempio: Archimede vive su una collinetta). La coerenza grafica è sempre un plus: non sono ambientazioni generiche, si vuole trasferire riconoscibilità
  7. Adesione e fedeltà ad un corpus narrativo barksiano: Guerrini coniuga l'animazione e una adesione cosciente a Barks. Questo si ripercuote anche sul Guerrini scenggiatore
  8. Il più bel Paperone italiano dopo Rota
  9. I più bei paperi in assoluto
  10. Archimede ha piedi umani