About me: presentazioni preliminariUn po' arrogante tirare su un capitolo del sito web dedicato a Pk con titolo "My Pk". Cosa mai ci sarà di rilevante nell'esperienza dell'autore di questo spazio telematico con il papero mascherato, sulle cui spalle punta a raccattare un minimo seguito? Non molto a dire il vero, il lettore mi ha scoperto. Ed infatti l'idea per questi pochi paragrafi non nasce dalla brama di autoincensarsi, sebbene dalla necessità di premettere qualche riga di contesto a tutta una serie di materiale che il sito potrà ospitare, di natura personale, seppur legata a Pk. Iniziamo con inquadrarmi cronologicamente: sono coetaneo di Pkna, anzi, leggermente più giovane, e per questo motivo mi sono state precluse le possibilità di avere una esperienza pikappica originale. Non troverete nessun resoconto della prima volta che ho avuto in mano un albo di Pkna o delle alterne vicende della community dei pkers. La mia prima esperienza con il papero mascherato sarà di molto seguente, nonostante il fatto che il mondo Disney diventerà ben presto una mia seconda casa. Sin dalle riviste prescolari, fino ad approdare velocemente al settimanale e alle testate satelliti principali, per i 4 anni ero già instradato sulla strada che una decina di anni dopo mi avrebbe portato ad iscrivermi al forum del Papersera (un bizzaro rito di passaggio adolescenziale, se devo essere sincero). Se Pk mi era ignoto, così non lo erano le altre testate, sulle cui pagine, sovente ritrovavo le pubblicità di questa testata così fuori dagli schemi, per il panorama fumettistico Disney tradizionale, a cui mi abbeveravo costantemente. Prima o poi ci sarei incappato, se non fosse che la mia crescita coincideva con il degrado del rapporto di Pk col suo pubblico. Passavano gli anni e la probabilità di avere fra le mani un albo si facevano più sottili, fra chiusure, rilanci ed esperimenti falliti. Quel momento, però, avvenne. Vi immaginerete una qualche forma di esaltazione degflagrante nella testa di un bambino delle elementari (piuttosto sveglio, per rendere fiera la direttrice Muci), di fronte a cotanto fumetto. Ma, stranamente, la scintilla non scoccò. Probabilmente perchè fra le mani mi capitò "Turisti dallo Spazio", l'albo più disprezzato della serie più disprezzata. Dovette passare ancora del tempo affinché l'adepto Pker si formasse. Intanto Pk - Frittole si concluse (mi censuro sul come) e in Disney si decise di mungere l'ultimo litro di latte dal pikappero, dando alle stampe Pk Reloaded, la prima ristampe cronologica della serie originale. E neanche in quel caso inziai dall'inizio. Neanche in medias res, però. Fortunatamente mi capitò in mano lo 0/2 e da allora le cose non furono più le stesse. Non avevo mai letto nulla del genere. Ero abituato al classico Topolino, che all'epoca non era nemmeno nella fase migliore della sua storia editoriale, con fugaci incursioni nel mondo dei tascabili che a Topolino si ispiravano per fare il loro fumetto per ragazzə e nell'editoria confessionale: Braccio di Ferro e Bianconume vario, Prezzemolo, Giornalino; con la singolare eccezione del buon vecchio Asterix. Le storie, ma, più di ogni altra cosa, come queste venivano narrate, mi apriva un modo inesplorato. Pk diventò quasi un'ossessione. Il 20 del mese era un appuntamento religioso da non mancare e riuscii a coinvolgere qualche amico dell'epoca nella bolgia. Rapito dalle meccaniche di worldbuilding, che all'epoca mi sembravano così nuove e perfettamente ragionate (oh, che illusioni!), misi insieme quella che, a posteriori, potrei definire una fanzine (di appena tre numeri), in cui raccogliere le rubriche più interessanti della serie, rigorosamente ricopiate a mano, assieme a del materiale originale, che arrivava anche a fondere l'altra mia grande passione dell'epoca: Star Trek, di cui la7 trasmetteva Voyager, la serie dell'universo di Roddenberry che diventò quella a me più cara (nonostante le manchevolezze e la minorità rispetto alle precedenti iterazioni del franchise, ma allora non potevo saperlo). Le favole, però, non durano in eterno. Così, al ventesimo numero, la cavalcata di Reloaded si interruppe. Proprio ad un passo da quello che tutti in rete definivano l'albo più bello sella serie. Si perché, nel frattempo, mi ero avvicinato anche alle community online del vecchio mantello tarlato. In realtà era tutto abbastanza strano, poiché visitavo continuamente portali oramai abbandonati da anni. Non credo, in quel periodo, di essermi mai approcciato a siti viventi, ma solo a scheletri che mi mostravano la gloria di un passato perduto. Il primo di questi fu senza dubbio il Pk Home Page, archivio di una grande quantità di materiale, una vera miniera d'oro, per un pker in erba al quale era stata sottratta l'unica fonte di sostentamento. Arrivai a stamparmi le fanfiction lì ospitate e rilegarle insieme. Dopo Pk Home Page passai a Pkers e a tutta la miriade dei siti ancora raggiungibili. Degli episodi dopo il 20 avevo contezza solo grazie ai riassunti di wikipedia. Dovevo averli, ma gli unici posti dove trovarli erano mercatini (scarsi all'epoca dalle mie parti) e buste di rimasugli nelle edicole (generose solo di Topolini, però). Intanto mi ero fatto un'idea e alimentato dalla sicumera che solo la giovane età poteva dare, decisi di farmi da solo delle storie, che continuassero la serie, retconizzando Pk^2, che dalle opinioni online sembrava l'inizio dell'abisso (mai farsi influenzare dalle recensioni). La serie doveva porsi come secondo capitolo e intendeva portare avanti nuove trame, oltre che continuarne di vecchie. Mi limitai a dei soggetti striminziti, che ancora conservo. Col passare del tempo e dei numeri fittizi delle storie rimasero solo titoli, idee e studi di copertina. Intanto, probabilmente proprio grazie a Pk e alla retrospettiva curata da Bramo, mi avvicinai al forum del Papersera, prima da lurker e poi da utente, mettendo da parte la carriera da fanfictionaro. Dopo qualche anno di utenza attiva, la mia partecipazione al forum e alle community vicine ad esso, andò a diradarsi: ineterssi ed amicizie si allargavano e ci stavo dietro sempre meno, seppur mantenendo una lettura di routine di quello che accadeva nel mondo Disney italiano. Ero ancora nella mia fase di semi-attività quando un podcast stralciò il velo di Maya. In una puntata di "Tizzoni d'Inferno", programma condotto dal buon vecchio Tito Faraci, il buon vecchio Bertoni, al secolo Davide Catenacci, annunciò il ritorno di Pk. Ora, ci sarebbe molto da dire sui progetti paralleli che confluirono nel revival del 2024, le visioni confliggenti degli autori, l'organizzazione non ottimale dell risorse, tutte cose fuoriuscite nel tempo, ma che all'epoca ignoravo. Pk stava tornando valeva solo questo. In breve tempo mi fiondai sul mio canale Youtube e realizzai un video celebrativo del papero mascherato. Il video fu anche notato dalla pagina ufficiale di Topolino (o era Pk? Ma questo posdaterebbe l'evento) nel turbinio di omaggi di cui l'internet era pieno in quei mesi. Il primo progetto a vedere la luce fu Universo Pk su Paperinik Appgrade: una falsa partenza, mi verrebbe da dire, a posteriori. Poi a Luglio Artibani e Pastrovicchio ci donarono quel capolavoro di Potere e Potenza: tutto quello che ogni fan avrebbe voluto, senza neanche saperlo. Oramai ero rientrato nell'esaltazione da pker e fondai una pagina facebook: Patemi. Inzialmente questa pagina doveva fungere da fittizia pagina facebook della soap opera eponima nell'universo Disney. In pratica scrivevo i post come se fossi un social media manager di Canale OO. Per l'occasione realizzai qualche altro video per il canale youtube: una sigla vintage di Patemi e sorta di trailer per serie fittizia ispirate a serie reali, quali Game of Evron (da Game of Thrones) e Breaking Duck (Breaking Bad). Assieme a questo, ripresi un'idea di fanfiction, che avevo studiato poco prima dell'annuncio del ritorno della serie: Il Trono di Evron (di questa è pubblicato al momento solo il prologo, su questo sito). Questo progetto andò avanti per un po', così come continuavo a seguire Pkne. Ad un certo punto mi stufai dei troppi gradi di separazione, quindi decisi di trasformarla in una fanpage normale su Pk. Questa fase, però, coincise col diradarsi dei post. Gli impegni universitari si affastellavano e Pkne si rivelava essere un progetto ricco di cuore, ma con alcuni passi falsi. Non sufficienti a far scadere la serie nel complesso, ma raffreddare gli animi sì. Complice un rapporto fra Pk team e Pkers conflittuale (con errori da ambo le parti), la pagina andò in letargo. Fast forward al 2019: Pkne sebrava naufragata. Una nuova direzione aveva portato attenzione ad altri progetti e la serie languiva. Certo, la macrotrama di Corona era conclusa, ma c'erano ancora elementi, soprattutto fra quelli aperti da Sisti, che chiedevano a gran voce una ripresa, in particolare dopo un'ultima storia, Droidi, che, seppur uscita in cordina, dimostrava che Sisti aveva ancora molto da dire e che era riuscito a sintonizzarsi sulla lunghezza d'onda dei Pkers. A quel punto lo schietto Bertani propose una nuova veste per Pk: una testata autonoma, con periodicità variabile, cartonata, in cui nuovi autori potessero realizzare storie fuori dal Topolino. Da una parte si accontentavano i fan che volevano smarcarsi dalla dipendenza dal settimanale e dall'altra si liberava spazio per il rilancio della testata ammiraglia che la nuova direzione stava attuando. Evidentemente Pk non faceva parte di quel progetto, ma non per questo andava cestinato. "Un nuovo eroe" fu un inzio controverso. Molti lo biasimavano, ma io, complice i disegni di Lavoratori, nume tutelare del Pk primigeno e artista per cui ho una particolare perversione, anche nelle sue versioni più estrose, non fui così categorico. Certo, pensavo, chi non ha mai toccato un personaggio e vi si approccia per la prima volta ha bisogno di un po' di tempo per prendere le misure. Poi uscì "Danger Dome" e i dubbi non furono più tali. Presi la decisione di scongelare Patemi e di affidare a quella piattaforma le mie rimostranze. Ma non intendevo farlo con astio, pensavo che anni di rapporti contrastanti fra autori e generazioni di Pkers mi avessero insegnato di mettere in primo piano il rispetto per il lavoro delle persone. Perciò scelsi di pormi nella diatriba col sorriso sulle labbra, con gli strumenti della satira e della memetica. Il resto è storia recente. Il riscontro e un ritrovato divertimento in questo mondo mi portarono ad ampliare sempre di più questo portale, dotandolo di un sito e profili su diversi social (2, 3 se considerate la pagina fb originale). Soprattutto ho trovato molto piacevole costruire il presente sito in html. In informatica sono un assoluto principiante, ma desideravo realizzare una pagina web che desse quelle emozioni che avevo avuto da piccolo nel visitare le community anni 90 abbandonate. Quindi, unendo l'utile al dilettevole ed alimentando la mia voglia di svincolarmi dai social, che stavano diventando sempre più asfissianti, mi affidai ad un sito amico e sperimentai Neocities. Mi ci sto trovando bene. Lo trovo rilassante, come se stessi realizzando un oggetto con le mie mani. Inizio a capire perché le persone si danno agli hobby manuali, come il fai-da-te, l'intaglio, la pittura, la rilegazione, ecc. Dopo una giornata di lavoro non c'è di meglio che fare qualcosa con le proprie mani. Tutto questo excursus era necessario per introdurre l'insieme dei lavori che ho prodotto lungo la mia carriera di Pker. La maggior parte sono opere acerbe, tutte amatoriali e senza velleità alcuna. Mi sono divertito negli anni e spero che possano divertirsi a vedere questi frammenti anche i lettori che corranno farlo. Alla prossima. |