Rinascita

Data di uscita: Novembre 2023

Disegno di copertina: Lorenzo Pastrovicchio

Colori di copertina: Luca Merli

Testi: Tito Faraci

Disegni: Lorenzo Pastrovicchio

Inchiostri: Michela Frare

Colori: Andrea Stracchi

Allora, riuniamo qualche pensiero su "Rinascita" ("Il nemico del ragno" non è ancora nelle mie mani).

Iniziamo dai testi. Miglior Faraci pikappico dai tempi di "Fuoco Incrociato" (di cui condivide un po' di mood, IMHO; assieme all'altra storia verso la quale i riferimenti sono evidenti, tanto che nominarla sarebbe un po' spoiler). Con grande abilità giostra fra ironia, azione ed introspezione. A dispetto della sua consuetudine di impegnarsi in episodi "continuity-light" (a parte, forse, per "Zero Assoluto", che all'epoca nascondeva snodi di trame xerbiane rilevanti), qui ci oropone uno stand-alone che, però, non teme di confrontarsi con le trame recenti e si cala con scioltezza nelle situazioni che Pkne aveva generato. Certo, io sono della chiesa che ritiene le comparsate di un certo personaggio, dopo la sua introduzione, siano state sempre ridondanti, ma qui il revival si difende meglio che altrove. Un appunto che mi trovo a fare è il finale, un po' anticlimatico.

Per quanto riguarda Pastrovicchio, la sua evoluzione, nel corso degli anni, lo ha reso il disegnatore per eccellenza per quanto riguarda l'azione Disney. Ad ogni prova supera le aspettative.

Terzo nome che devo fare è quello di Stracchi, che abbiamo imparato a conoscere in questi anni. La sua opera sugella un comparto grafico spaziale. In questa storia si lascia un po' alle spalle i virtuosismi di alcune occasioni precedenti, per produrre quella che definirei come la sua prova più matura. I disegni di Pastrovicchio risplendono grazie ad una colorazione che coadiuva la narrazione, contribuendo a distribuire l'attenzione del lettore.

Insomma, la storia ha superato le mie aspettative. Ora aspetto di sapere come troveranno una conclusione le trame di sisti sul fuoriserie (forse per rivederlo sul Topo, se questa storia va bene, a dare una closure alla sua figlia fumettistica?).

Metallo pesante

Data di uscita: Ottobre 2024

Testi: Tito Faraci

Disegni: Lorenzo Pastrovicchio

Inchiostri: Michela Frare

Colori: Irene Fornari

Allora, questo nuovo capitolo dell'epopea pikappica ci giunge ad un anno dal precedente episodio, una periodicità, questa, che ci pone davanti già delle criticità, involontariamente abituando il lettore a concepire queste storie come un evento, a dispetto delle intenzioni autoriali. Questo problema aveva colpito anche le iterazioni precedenti di Pkne, da Potere e Potenza a Droidi.

Se Rinascita aveva rinforzato questo bias, presentando una storia intrigante da più punti di vista, Metallo Pesante sembra aver avuto, nel fandom, una diversa accoglienza.

Faraci e Pastrovicchio riprendono la narrazione dalla conclusione di Rinascita, senza soluzione di continuità, e ci accompagnano in quello che si rivela un interludio, quasi un filler. Sembra ci sia la volontà di promuovere Kilborg a spalla regolare di questa avventura, le cui frontiere sono, per ora, ancora ignote. La scelta è, quindi, quella di fermarci a conoscere meglio Kilborg e per farlo ci troviamo catapultati in un luogo che lui, a differenza nostra e di Pk, conosce. Ci si vuole soffermare sul significato di essere un eroe e sulle responsabilità connesse, presentando uno scontro archetipico che i nostri si trovano obbligati a superare.

Il problema nasce quando questa storia non riesce, però, a concretizzare più di tanto queste intenzioni. Tutta la narrazione attorno alla figura dell'eroe appare leggermente pretestuosa e figlia di un approccio supereroistico che, generalmente, è stato alieno a Pk, a parte nella parentesi della saga dei Galaxy Gate. Certo, volercela presentare attraverso un nuovo personaggio, che, probabilmente, incarna più di Pk il ruolo superomistico classico, può essere una strategia vincente, ma IMHO non fornisce abbastanza retroscena su Killborg, per rendere il tutto coinvolgente e naturale.

Dovremmo empatizzare con la crisi di una figura eroica della quale, ancora, non sappiamo nulla. E quello che conosciamo si rivela essere assai generico.

Dall'altra parte, l'ambientazione trattegiata è, anche lì, poco definita e lasciata come comic relief o poco più. La stessa minaccia affrontata nell'episodio assume una valenza puramente metatestuale che, senza altri appigli ad accompagnare il lettore, rimane un qualcosa di vacuo. Sembrano più concetti e personaggi presi di peso da Super (Pkna Speciale 00) che qualcosa di strutturato o calato nella realtà della serie fin qui definita.

Ora, però, non vorrei apparire troppo sferzante, questa non è una storia brutta. Faraci ha una professionalità edcesperienza tali da farti continuare a leggere piacevolmente la storia, complice una sintonia rodata con Pastrovicchio. Quest'ultimo si conferma capace di disegnare scene potenti e di gestire la tavola con maestria e, anzi, una storia di questo tipo è in grado di dargli modo di focalizzarsi su scontri possenti e dinamici, in cui è il campione indiscusso in Disney. Irene Fornari coadiuva la resa grafica delle pagine, esaltando il tratto nelle scene clou e contribuendo alla buona narrazione visiva.

Questa sarebbe stata una discreta avventura all'interno di una serie mensile, uno stacco fra storie dalle ricadute più pesanti, per soffermarsi sui personaggi. In un certo senso è un po' uno Zero Assoluto di questo ciclo. Per ironia della sorte Zero Assoluto è proprio la storia seguente di Faraci e Pastrovicchio seguente a Trauma, l'albo di cui Rinascita sarebbe dovuta essere l'erede spirituale. D'altra parte, però, Zero Assoluto aveva più carne al fuoco: Urk, al contrario di Kilborg, viene raccontato con più cura, sfruttando lo show-don't-tell, vi è una esemplare gestione dei silenzi e, pur essendo un po' digressione (c'è da dire che Pkna era tutta una digressione che, nella maggior parte dei casi, si trovava a combaciare per miracolo) fornisce anche tasselli di lore da non sottovalutare.

Questo Metallo Pesante non lo fa, anche la risoluzione delle vicente avviene linearmente, senza una vera prova da superare. Si leggono le ultime pagine e si può non cogliere il punto di questa storia.

Ma forse bisogna tornare al titolo stesso della storia e alle parole degli autori nelle interviste: questa, che nella raccolta in volume si presenta come secondo capitolo di un dittico, è una storia di sensazioni e di ambiente, da seguire con una colonna sonora metal, per apprezzarne i virtuosismi grafici, per cui la trama è un registro più o meno libero a cui attenersi.

Ritorna.