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Persone transgender e fumetto Disney, un'accoppiata non prevedibile, soprattutto nell'anno 1961.

Il crossdressing e la promiscuità di genere sono stati presentati da sempre nell'animazione e nel fumetto come oggetto di scherno, a uso e consumo delle maggioranze eterocisnormative, sminuendo le minoranze incomprese e discriminate. Perciò i personaggi maschili che si vestono da donne erano presenti nei media dedicati all'infanzia. Le persone transgender o simili non erano, quindi, mai state rappresentate in modo non ridicolo.

[Tralascierò i casi successivi in cui alcune di queste rappresentazioni problematiche sono state recuperate dalla comunità LGBTQ+.]

Comunque, se vogliamo concentrarci sulle persone transgender vere e proprie, evitando di confonderle con le persone travestite e/o gender non conforming, si può agevolmente affermare che non sono mai apparse in una qualsiasi forma espressiva marchiata Disney, fino al 1961.

Nel 1961 fu pubblicata sul settimanale Topolino la storia Topolino e il gigante della pubblicità. Scritta e disegnata da Romano Scarpa, la storia narra le vicende di Topolino nell'industria della pubblicità (che il nostro eroe aveva già toccato negli anni '40), dove si trova a confrontarsi con un apparentemente redento Gambadilegno.

Il personaggio su cui occorre posare l'attenzione è Mac Faxtor (evidente parodia, nel nome, di Max Factor), il proprietario di un'azienda di cosmetici, con un retroscena particolarmente originale. Mac é una persona assegnata femmina alla nascita, che ha deciso di vivere come uomo, per superare alcuni svantaggi dati dal genere femminile. Mac era una donna dalla bellezza non conforme, che era riuscitə a realizzare grandi progressi in campo cosmetico, ma le sue tecniche e i suoi prodotti non riuscivano ad avere effetto su di ləi. Perciò per evitare i pregiudizi che il suo aspetto avrebbe generato riguardo la sua reputazione professionale, decise di effettuare una transizione di genere. Risulta evidente come una simile caratterizzazione del personaggio possa rendere problematica questa figura.

Per prima cosa, non vi é una esplicita identificazione dell'individuo con un genere diverso da quello assegnato alla nascita. Mac, infatti, usa il maschile solo in pubblico, ma in privato e con Topolino, dopo che questi ha scoperto il suo segreto, si rivolge a se stessə col femminile. Quindi, sebbene abbia una presentazione maschile, Mac si identifica ancora come una donna. D'altra parte, nonostante le motivazioni per il suo riassegnamento del genere sembrino sconnesse dall'identità di genere, Mac si risolve a transizionare per liberarsi dalla prigione che gli stereotipi sul genere femminile impongono a coloroso che si identificano in esso: ovvero l'ingiusto doppiopesismo relativo al concetto di bellezza, che ricade molto di più sulla vita delle donne che degli uomini, i quali possono più facilmente concentrarsi su altri elementi del proprio io e non necessariamente sull'aspetto fisico (a questo si lega il diverso rapporto fra uomini e donne con l'invecchiamento).

Se appare improprio parlare di disforia di genere nel caso di Mac, sicuramente nella sua decisione gioca un ruolo importante il disformismo corporeo.

Le persone appartenenti alla comunità LGBTQ+, però, possono comunque relazionarsi all'esperienza di vita di Mac può, nei confronti del concetto di outing. La storia ruota attorno al ricatto di Gambadilegno verso Mac atto ad estorcerlə denaro per mantenere celato il suo segreto. L'intervento di Topolino riesce a denunciare i crimini di Pietro, proteggendo allo stesso tempo la privacy di Mac e la sua vita in stealth. ALla fine della vicenda, infatti, si può vedere come Faxtor sia nella sua villa, vestitə con abiti femminili, ma facendo riferimento a se stessə al maschile.

Possiamo assumere che ləi abbia continuato a vivere come un individuo genderfluid, non detransizionando, né vivendo completamente una vita al maschile.

Nonostante le motivazioni del personaggio possano apparire fuori luogo o mortificanti per la comprensione moderna della vita delle persone transgender, é interessante notare come ogni elemento che in altri casi avrebbe generato scherno, qui viene silenziato e sostituito, il più delle volte, con una rappresentazione più tragica dell'esperienza degli individui trans.

In aggiunta, ogni pretesa moraleggiante è assente, come se l'autore non fosse interessato alle implicazioni sociali della non conformità di una person al genere assegnato alla nascita. Al tempo della pubblicazione ci si sarebbe aspettato un approccio più bigotto alla questione, ma il bigottismo qui è quasi assente (a parte una punta di misoginia, sulla stereotipata paura delle donne per i topi) e l'eroe della storia si impegna a preservare la privacy della persona non conforme. Una soluzione molto progressista, considerando il periodo alquanto conservatore, il Paese di pubblicazione, l'autore e il fatto che questa storia sia stata prodotta per il mercato di massa.

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