Con la nascita ed il successo di PKNA nel 1996, il fumetto italiano è stato scosso da una rivoluzione, nelle modalità di narrare storie, negli stili artistici e nelle ibridazioni fra generi, che ha cambiato, per il seguente decennio e mezzo l'approccio degli autori di fumetto al fumetto per ragazz* e alla serialità. Partendo dal mondo Disney e dai giovani autori che si formarono in quegli anni attorno a PKNA, ed in seguito MMMM e Witch, dalle influenze dal mondo manga e dalla serialità americana coeva, si strutturò un genere, che negli anni divenne molto comune nelle edicole. Ai tempi gli uenti del forum Sbonk, lo definirono Nuovo Fumetto Italiano, cercando di proporne una definizione, non senza difficoltà. Col tempo però, i successi dei primi anni faticarono a ripetersi, sia nei brand storici (Pk e Witch), sia in quelli nuovi che cercavano di imporsi sul mercato. Gli autori convolti finirono assorbiti dal mercato francese, che si dimostrò più ricettivo verso queste nuove tendenze, proponendole, però, in una forma più vicina alle sensibilità d'oltralpe, o dal nuovo genere (per lo più merceologico) delle graphic novel. Il genere perì definitivamente nella prima metà degli anni 10, con la chiusura di Witch nel 2011 (che oramai era diventato molto diverso dalle origini ed in cui la parte a fumetti del magazine era alquanto ridotta) e il breve Real Life, nato in ambito Disney e pubblicato nel 2014, conclusosi in 12 numeri.

In realtà quello che credo possa essere definito l'ultimo vero NFI, che non sia un revival di una IP esistente (Monster Allergy Evolution, PKNE e Wonder City, guardo a voi), potrebbe risalire al 2017. Si tratta di Creepy Past, miniserie di Bruno Enna, Giovanni Di Gregorio e Giovanni Rigano. Gli autori sono veterani dell'epoca NFI e portano in scena una storia venata di soprannaturale, con protagonisti teen, un mondo con una mitologia sviluppata e una rivista che funge non solo da contenitore, ma compartecipa all'esperienza della serie, cercando una sorta di dialogo col pubblico. Editorialmente parlando, una stranezza della serie era il suo essere pubblicata da Bonelli. Ma era il periodo in cui la casa editrice milanese voleva espandersi verso un target più giovane, puntando su Dragonero Adventures e 4 Hoods, esperienze che si conclusero rapidamente, come Creepy Past, che durò un numero 0, 6 numeri regolari e uno "speciale" in team-up con Dylan Dog. Rispetto alle serie di cui vuole essere epigona, però, Creepy Past, può permettersi di utilizzare un linguaggio più diretto, nella rappresentazione di situazioni orrorifiche, posizionandosi, quindi, come diretta ad un target un po' più adulto.

Numero 0

Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna e Giovanni Di Gregorio

Disegni e copertina: Giovanni Rigano

Colori: Alessandra Dottori e Giovanni Rigano

Il numero 0 contiene una persentazione della serie, con stralci di diario, testi e documenti intradiegetici, che ci danno un'idea del mondo in cui la serie si colloca. Si individuano i temi dei creepypasta e dei mostri legati a queste leggende, per poi mettere in scena una preview della storia del primo numero con i personaggi principali della mini. Non viene rivelato molto, ma si stabiliscono chi sono i villain e i piteri/misteri che nascondono i giovani personaggi, Qiro ed Ester, attorno a cui ruoteranno le vicende. La veste editoriale è arricchita da un folto numero di illustrazioni e schizzi preparatori, che calano il lettore nell'universo immaginato dagli autori e danno uno scorcio sul loro processo creativo.

Numero 1 - Nascosto nel buio

Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna e Giovanni Di Gregorio

Disegni: Giovanni Rigano

Colori: Alessandra Dottori

Copertina: Giovanni Rigano

Già dall’editoriale iniziale si denota la volontà di creare comunità attorno alla serie, con l’invenzione di una denominazione per i suoi lettori, i Pkers Creepies! La storia inizia con le tavole già proposte nel numero zero. Il primo episodio serve ad introdurre il setting e i due personaggi principali, iniziando la costruzione dei misteri che avvolgono entrambi. Sia Qiro che Ester hanno nel loro passato qualcosa che li lega, chi (letteralmente) più, chi meno, ai Creepy, le creature che abitano una dimensione parallela e che iniziano a prefigurarsi come gli antagonisti della serie. Nel mentre anche l’ambiente circostante, l’istituto di ricerca/scuola per individui affetti da disturbi del sonno i due sembra nascondere segreti (la REM). L’apparato redazionale appare più scarno rispetto al numero zero: vi sono solo brevi presentazioni dei personaggi.

Numero 2 - Falene

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio

Disegni: Federico Nardo

Colori: Dario Calabria

Copertina: Giovanni Rigano

Secondo episodio, Enna lascia le redini all’altro co-creatore della serie, Giovanni Di Gregorio, e anche l’ideatore grafico della mini, Giovanni Rigano, è sostituito da Federico Nardo, che mantiene una cifra stilistica omogenea con il capitolo precedente. La trama continua a interessarsi alla reazione di Qiro nello scoprire il suo segreto (un segreto di cui sa ancora ben poco, se non gli effetti più esteriori sulla sua persona) e i tentativi dei due protagonisti di ricercare la verità circa la struttura REM, introducendo in mezzo a questo il mostro creepy della settimana del mese. Intanto il senso di mistero sulla REM e sulla dimensione da cui provengono gli esseri che perseguitano i nostri eroi viene ricalcato dalla presenza di scene in ambientate in questa misteriosa realtà parallela e dai consessi fra le alte gerarchie della REM, che tramano attorno alle esistenze di Qiro ed Ester. Piccolo appunto. Ogni episodio è preceduti da un paragrafetto sul mostro al centro delle vicende del numero precedente. Questo costume mi lascia interdetto. Certo fare una pagina sul mostro dell’albo prima della storia sarebbe anticlimatico al massimo, ma si potrebbe spostare questo testo in coda all’albo e il problema si risolverebbe. Ma forse è un problema che vedo solo io (e fare questioni di puntiglio ad una serie 5 anni dopo la pubblicazione mi pare troppo anche per i miei standard).

Numero 3 - Sul fondo

Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna

Disegni: Alberto Zanon

Colori: Matteo Vattani

Copertina: Giovanni Rigano

Approfitto di questo passaggio più interlocutorio per delineare come viene sviluppati gli episodi. La breve durata della serie rende i vari episodi dotati di una propria specificità e trama verticale, ma il tutto procede abbastanza serratamente. Così gli eventi del mese sono diretta evoluzione del capitolo precedente. Potrei confrontarla con una narrazione da serie Netflix. Abbastanza lunga da prevedere una struttura in episodi con casi della settimana, ma troppo brevi per lasciare che gli episodi siano realmente autonomi. È più che altro un flusso di eventi. Ogni installazione delle vicende, comunque ha la caratteristica di introdurre una nuova creepypasta, da cui deriva il mostro della singola avventura, che viene narrata nelle prime pagine della storia. Altro aspetto ricorrente è che, come ogni avventura di ragazzin* dotato di poteri, l’incontro con il mostro si tramuta in uno scontro, che, nota particolare, avviene sempre nella dimensione originaria di queste creature. Con il passare dei capitoli si rende evidente che ogni mostro, in realtà, possieda le proprie vittime, che vengono liberate da tale possessione, a metà strada fra il demoniaco e il parassitario, con la sconfitta ad opera di Qiro. Intanto continuano i misteri sulle origini di Qiro e sul reale scopo della REM, con importanti twist relativi a determinati personaggi.

Numero 4 - Il bosco delle lacrime

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio

Disegni: Angela Vianello

Colori: Alessia Nocera

Copertina: Giovanni Rigano

Dopo artisti dal tratto abbastanza omogeneo, la serie incontra un pennello un po’ diverso, quello di Angela Vianello, in arte Gumitien. Ai testi torna Di Gregorio: lui ed Enna si alternano fra numeri pari e dispari. In questo albo viene dato maggiore rilevanza al fondatore della scuola, Ossian Grobler (riferimento on the nose all’opera di Macpherson), mentre torna a farsi vedere Shakrall, il creepy che dal primo episodio si era posizionato come villain principale. L’altro elemento centrale è il senso di colpa e la paura degli effetti della propria condizione, che pervade Qiro, che, quindi, è tentato di isolarsi da tutti. Rimane divertente lo shippare, da parte di quasi tutti gli altri alunni della scuola, di Qiro ed Ester, un po’ ad evidenziare il trope enemy to lover (anche se non so quanto calzante). Per quanto riguarda la lore della serie, sappiamo un po’ di più su come i creepy si legano agli umani, ma le dinamiche relative al loro mondo rimangono fumose.

Numero 5 - Oltre la luce

Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna

Disegni: Rob Di Salvo

Colori: Francesca Piscitelli

Copertina: Giovanni Rigano

Col ritorno di Bruno Enna ai testi, la serie inizia a prepararsi per le sue battute finali. Alla fine gli altarini si scoprono e viene rivelato il collegamento fra l'istituto REM, i creepy e Qiro. Ho trovato il delivering non proprio pulitissimo e il tutto un po' manieristico. Non che le premesse della serie fossero particolarmente originali, ma avevo registrato un andamento della trama e della interazioni più fresche negli episodi passati, mentre qui le cose iniziano a muoversi speditamente, con l'obiettivo della chiusura della serie in vista. Forse anche la scelta di strutturare i capitoli attorno al caso della settimana per una mini, può non essere stato ideale, anche se è vero che un tipo di storia come questo necessita assestamento e uno status quo. In questo caso, allora, una progettualità più lunga avrebbe giovato.

Numero 6 - La casa dei manichini

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio e Bruno Enna

Disegni e copertina: Giovanni Rigano

Colori: Alessandra Dottori

Lo scorso episodio aveva lasciato un po' di destini in sospeso. Ogni personaggio ha modo di confrontarsi con il suo demone: Ester con quello che è successo all'amica Alina, Qiro con la sua condizione, i tip* della REM con l'esperimento fallito 15 anni prima. Il tutto tenuto insieme dallo scontro finale con Shakrall. Quello che dovrebb, però, essere un finale definitivo, rivela di non esserlo, poiché, nonostante la trama legata al villain trovi una sua conclusione, la questione dei Creepy e del loro influsso su questo mondo e sui bambini che sono stati esposti agli eventi di questo finale, rimane aperta, suggerendo la possibilità che queste possessioni possano ripresentarsi in futuro. Risulta evidente come gli autori abbiano voluto lasciare la porta aperta per una seconda stagione, che però non ha trovato realizzazione. Non che le vicende di Qiro e compagn* non trovino risoluzione, badate bene, ma lo spazio per un seguito c'è, nonostante non sia strettamente necessario.

Dylan Dog Color Fest 26 - Creepy Past

La pubblicazione di questo Color Fest (qui posto in coda, ma in realtà uscito fra i numeri 3 e 4 della miniserie, si configura in modo alquanto chiaro come un'iniziativa promozionale, per attirare il pubblico della maggiore testata orrorifica italiana (ma, ritengo, in particolare il pubblico del Color Fest, più attento alle sperimentazioni) alla nuova proposta Bonelli.

L'uomo senza faccia

Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna

Disegni e copertina: Giovanni Rigano

Colori: Matteo Vattani

La prima storia non disvela in modo esplicito il suo legame con Creepy Past: è un ricordo di Dylan bambino legato alla vicenda di una famiglia, che si trova a confrontare con un'entità interessata ai bambini. Chi ha letto, però, la serie di Enna e Di Gregorio, riconoscerà in questa entità lo slenderman Shakrall. Gioca efficaciemente sull'atmosfera e graficamente l'ho trovata molto ispirata, con un Rigano in splendida forma.

Amore sotto chiave

Soggetto e sceneggiatura: Giovanni Di Gregorio

Disegni: Alberto Zanon

Colori: Andres Mossa

La seconda storia si apre proprio con gli studenti della REM (tranne Qiro, quindi presumo sia una vicenda ambientata prima della mini). Si intrecciano due narrazioni, unite dallo stesso tema: il caso in cui non si gettano via le chiavi dei lucchetti con i quali ci si è giurati amore eterno. Una parte della vicenda racconta strane presenze nella REM, legate ad una relazione naufragata di Norma, mentre l'altra ruota attorno ad uno dei centinaia di amori di Dylan Dog. Entrambe le trame esplorano come l'amore si trasformi in qualcosa di più sinistro, che consuma la vita. I creepy non sono esplicitamente presenti e le due vicende non sono presentate in modo netto come parte dello stesso universo, tanto che ho pensato a tratti che la storia di Dylan potesse essere un creepypasta scritto da Ester.

Le voci dentro

Soggetto e sceneggiatura: Bruno Enna

Disegni: Federico Nardo

Colori: Dario Calabria

Nel terzo episodio compare Qiro e si esplicitano due aspetti di questo albo: sì, è ambientato prima della miniserie le storie di Dylan Dog sono dei creepypasta nell'economia di Creepy Past (scusate la cacofonia). Il creepypasta sembra rispondere ad alcuni disturbi che sta vivendo Qiro nella sua vita, rinvigorendo il collegamento fra creepypasta e realtà che abbiamo visto negli episodi della serie.

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